Gaetano Quagliariello e i servizi segreti

Gaetano Quagliariello e i servizi segreti

[...] Non sono più le sciabole incrociate degli ultimi giorni ma il conflitto è ancora aperto. Il "falco" finiano, Carmelo Briguglio tre giorni fa ha attaccato Il Giornale (che ha avviato l'inchiesta sulla casa di Montecarlo della quale, accusa il deputato di Fli, si occupa una firma "che contiene il cognome di un noto direttore dei servizi segreti". Coincidenza, omonimia o parentela?") e parlato di "pezzi deviati dei Servizi" che avrebbero spiato gli uomini vicini al presidente della Camera (Gianfranco Fini). Ieri, il vicecapogruppo dei senatori Pdl, Gaetano Quagliarello, ha ribattuto: "Si può anche non gradire o non apprezzare un'inchiesta giornalistica, ma "buttarla in caciara" confondendo le carte non è un comportamento serio. Se Briguglio ha altre informazioni le comunichi al Copasir. In caso contrario sottragga la sua voce al coro dei professionisti del depistaggio".
Risponde Briguglio: "Ho parlato a lungo al Copasir in merito a deviazioni di pezzi dei Servizi e, di recente, anche di preoccupanti anomalie in merito alla permanenza nei Servizi di uomini dell'intelligence inquisiti per reati gravissimi".

Mauro Favale, La Repubblica (13/08/2010)

venerdì 15 novembre 2013

Antonio Nazzaro, Andrea Dorado e Kyong Mazzaro: alcuni lacchè del colegio Agustin Codazzi di Caracas

Nell'agosto del 2008 ritornai in Venezuela per riscuotere il meritato assegno estorto a quei papponi escualidos dell'associazione delinquenziale “Agustin Codazzi”. In quel periodo c'erano a Caracas diversi conoscenti, Piero Armenti, per esempio, che non mi è capitato di rivedere, neanche per sbaglio, direi... In compenso ho potuto rivedere e riabbracciare la sua ex ragazza. Piero Armenti le stava facendo credere che voleva stabilirsi in Venezuela, mentre, proprio in quei giorni avevo avuto conferma del fatto che, di lì a poco, sarebbe andato via dal Venezuela. Definitivamente. 
Mi risulta che nello stesso periodo fosse presente a Caracas anche l'altro periodista de La Voce d'Italia, Enrico De Simone.

Delle persone conosciute negli anni 2004-2006 a Caracas, ho incontrato Antonio Nazzaro, ex impiegato al Centro Italiano di Cultura, che in quel momento si barcamenava in alcuni non meglio precisati progetti pseudoculturali. Non sono riuscito a capire di cosa si occupasse Antonio Nazzaro né, principalmente, come. Ma, guardando le sue produzioni video, direi che lo scopo delle sue creazioni non fosse chiaro neanche a lui stesso.
In compagnia di Nazzaro, c'erano alcune persone brillanti come Andrea Dorado e Kyong Mazzaro.

Andrea Dorado era l'“animatore culturale” dell'esclusivo club per aspiranti artisti “Antonio Nazzaro & company”. Un giorno ho visto Andrea Dorado scansionare alcune pagine da un libro per poi caricarle su un blog, pubblicandole seduta stante. Al momento non ho capito il senso di quell'operazione. Aveva scelto una pagina e via: scansione e pubblicazione. Senza alcun lavoro di rifinitura o di adeguamento ad immagini presenti o ad altri testi. Un'altra volta, in un momento di finto cameratismo, Andrea Dorado mi confessò di essere stato un ex squatter, ovvero quel tipo di giovani, per lo più di sinistra che occupano locali e case sfitte. L'affermazione mi lasciò perplesso: apparteneva a quel genere di confidenze non richieste che stonavano, e non poco, col marchio di fabbrica di chi le pronunciava... Si, perché il colore di Andrea Dorado virava decisamente al nero seppia (quel fascistello).

Quel fascistello di Andrea Dorado - identikit
La giovane e brillante Kyong Mazzaro, mezza coreana e mezza italiana, restava la più enigmatica, forse per l'aspetto esotico, o più semplicemente, per l'estrazione familiare, ovvero quella sorta di imprinting dovuto all'ambiente di provenienza: costei si muoveva con la fissità e la calma vigile di un rettile. Al momento la Kyong Mazzaro si dava ai blog, almeno questa era la spiegazione che dava alla sua presenza. In realtà di lì a poco si è data alla carriera universitaria, dalla Sapienza di Roma alla Columbia University negli States.

Kyong Mazzaro, improbabile blogger
Grazie a Kyong Mazzaro ho capito perché certe categorie di persone godono di privilegi sproporzionati alle loro mansioni, si pensi, ad esempio,  alle baronie accademiche in Italia, (per l'appunto...).
Lì in mezzo, tra quella gente brillante non c'era neanche un microgrammo d'arte. Neanche per sbaglio.
Era tutto una totale fiction. Tutto un fottuto bluff. Uno specchietto per allodole. Io ero un tordo capitato lì per caso, ma poi neanche tanto per caso: non era un caso che fossi finito lì a Caracas nel 2004, anzi... Col senno di poi, direi che la cosa fosse stata preparata con largo anticipo...

Nessun commento:

Posta un commento